UN PO’ DI STORIA
Il diamante è un minerale cristallino. Per la sua composizione chimica è una pietra eccezionale ed unica essendo formata, a differenza di tutte le altre gemme, da un unico elemento chimico: il carbonio.
La cristallizzazione del diamante avviene a pressioni e temperature altissime (45000 – 60000 bar e 1500 – 1800 °C) sul nostro pianeta tali estreme condizioni si verificano solo a profondità compresa tra i 150 e i 300 km sotto la superficie terrestre.
Tra tutti i materiali scoperti sulla terra il diamante è il più duro (circa 145 volte la durezza del Corindone, secondo nella scala di durezza), è un eccellente conduttore di calore e un perfetto isolante elettrico, oltre ad essere il più trasparente.
I primi diamanti furono trovati in India poco prima del 500 A.C. Per molti secoli si è creduto che questi fossero gli unici giacimenti; si è dovuto arrivare fino alla seconda metà del 1800 per scoprire i grandi depositi del Sud Africa. Intorno al 1890 l’estrazione e la distribuzione mondiale dei diamanti passò interamente sotto il controllo della De Beers Consolidated Mines Ltd., società Sud Africana ancor oggi leader del settore con oltre il 40% del mercato.
IL VALORE DEL DIAMANTE
Attualmente le riserve diamantifere più interessanti e generose si trovano nella Repubblica Democratica del Congo, in Russia, in Australia, in Botswana e in Sud Africa.
I parametri che determinano il valore di un diamante sono 4, chiamati 4c dal loro nome in lingua inglese (Carat, Clarity, Color e Cut).
Il peso in carati (Carat):
Il carato metrico è l’unità di misura standard di peso usata per tutte le pietre preziose. Esso equivale a 0.20 grammi. Il più grande diamante mai tagliato è il Golden Jubilee (545.67 Ct.) che fu ricavato dall’Unnammed Brown grezzo (755 Ct.), mentre il più piccolo pesa 0.000102 Ct. Il più grande diamante grezzo mai ritrovato fu invece il Cullinan (detto anche Stella d’Africa) dal peso di 3106.75 Ct. da cui vennero prodotti 105 diamanti tagliati in varie forme.
Il carato (Ct.) usato come unità di peso per le gemme non ha alcuna relazione con i carati dell’oro (kt) il simbolo usato, infatti, è diverso!
La purezza (Clarity):
La purezza indica la relativa assenza di caratteristiche interne ed esterne in un diamante. Essa viene determinata a 10 ingrandimenti e viene definita osservando le inclusioni considerandone la quantità, la posizione, la dimensione, la natura ed il colore. Questa scala va da IF (Internally Flawless, internamente puro) a I3 (Piqué 3, grandi e numerose inclusioni visibili ad occhio nudo).
Il colore (Color):
La maggior parte dei diamanti non è incolore, bensì presenta un’ampia varietà di tinte più o meno intense. Proprio per questo si è resa necessaria la creazione di una scala dei colori dove D,E,F rappresentano diamanti bianco raro; G,H,I,J rappresentano diamanti bianchi e via via fino a Z che rappresenta i diamanti molto tinti (Fancy color).
Il taglio (Cut):
Il taglio determina la forma del diamante. La più nota e diffusa è quella rotonda (taglio brillante) ma ne esistono svariate (dette forme fantasia). Il modo in cui viene tagliato un diamante influenza la “rifrazione della luce”, migliori sono le proporzioni e maggiore sarà la brillantezza della pietra. La valutazione del taglio avviene secondo una scala che va da Excellent (Eccellente) a Poor (Scarso).